
Anche quest’anno la collaborazione con l’Abi – Associazione bancaria Italiana - permette di approfondire l’analisi, individuando l’indice di accessibilità delle famiglie italiane all’acquisto della casa.
Il primo capitolo del rapporto è dedicato all’analisi delle compravendite e del mercato immobiliare a livello nazionale, rapportato all’andamento degli anni precedenti.
Nel 2011 il volume delle compravendite sul territorio nazionale (escludendo le province di Trento e Bolzano) è pari a 603.176. Minore quindi rispetto il 2010 dove si contavano 614.498 compravendite, per un -2,3%. L’analisi dell’andamento per le aree geografiche evidenzia come nell’area nord-orientale si concentri il 19% del volume compravendite totale (ma con un -3,4% rispetto il 2010); nel nord-ovest il 32,4% (con un -1,5% rispetto il 2010). In perdita anche le regioni del centro sud: nel centro, dove si ha il 21,3% del volume complessivo si registra anche un calo del -2%; mentre nel sud e nelle isole che occupano rispettivamente il 17,7% e il 9,6 del volume si ha un – 2,7%.
Nel 2011 si sono vendute abitazioni per un totale di circa 62 milioni di metri quadri (-1,5% rispetto il 2010). La superficie media per unità è pari circa a 103 mq; più piccole le abitazioni nelle città con una media di 96,8 mq contro un 106,2 mq per i centri più piccoli.
Per quanto riguarda i prezzi immobiliari, si hanno quotazioni in rialzo del + 0,7% (per un importo complessivo pari a 1.584 €/mq) rispetto il 2010, sia nei capoluoghi che negli altri comuni.
Nelle città del centro Italia si hanno in media le quotazioni più elevate con un importo pari a 2.853 €/mq (+ 25% rispetto alla media nazionale); meno di due terzi rispetto la media nazionale è il prezzo medio delle case nelle isole (1.418 €/mq circa).
Con le quotazioni medie immobiliari e le superfici compravendute si è fatta poi una larga stima sul valore delle compravendite nel 2011: 101,9 miliardi di euro (-0,4% rispetto il 2010). Il calo di fatturato nel settore immobiliare si rileva soprattutto al sud (-2,1 %) e nel nord est (-1,6%); l’unica zona in crescita è il nord ovest con un aumento del +1%.
In un mercato immobiliare in calo rispetto l’anno precedente, positivo è invece l’andamento del mercato nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze), con un rialzo del +2,4% nel 2011; con una stima di fatturato pari a circa 25,2 miliardi di euro ( +3,2% rispetto al 2010).
La seconda parte del rapporto presenta i dati sui mutui ipotecari, con indicazioni sul numero di compravendite di abitazioni effettuate con l’ausilio del mutuo, il capitale medio erogato, la durata ed il tasso d’interesse iniziale pattuito.
Nel 2011 le abitazioni acquistate con mutuo ipotecario risultano in calo del -4,5%, maggiore risulta al sud (-7,6%) e nelle isole (-8,2%). L’area nord-ovest rappresenta da sola il 36% delle totale di compravendite col mutuo. Diminuisce di conseguenza il valore complessivo di capitale erogato con i mutui bancari per l’acquisto di una casa: nel 2011 risulta pari a 34,3 miliardi di euro, -4,9% rispetto al 2010, per un valore medio per ciascuna unità abitativa pari a 136 mila euro. Il calo dei mutui ha una causa nell’attuale crisi economico finanziaria dell’eurozona, che ha portato a una instabilità dei tassi d’interesse (tasso medio nazionale3,37%, +0,64% rispetto il 2010). La durata media del mutuo è di 23 anni e 5 mesi, con una rata media mensile di 700 euro.
La novità di quest’anno nell’analisi sul mercato immobiliare è il dato sull’accessibilità delle famiglie, indice di affordability, all’acquisto della casa, che continua a stazionare in territorio positivo. Ciò significa che la famiglia media italiana è in grado, grazie anche all’ausilio del mutuo, di acquistare una casa. Da notare però che le condizioni di accessibilità sono peggiorate in tutte le regioni (eccetto il Molise).
Si nota anche una notevole variabilità di situazioni: quattro regioni (Toscana, Liguria, Lazio e Campania) che presentano una situazione di minor accessibilità all’acquisto della casa: in queste regioni si evidenzia però come i prezzi immobiliari siano in media più alti per il particolare pregio, per la presenza di grossi agglomerati urbani (Napoli) e per la particolare attrattiva turistica delle zone.